Cos'è un progetto Pilota? Che cos'è un Ecomuseo?
Con questa espressione si fa riferimento a quei progetti di natura sperimentale intrapresi dalla Comunità allo scopo di verificare la fattibilità di una azione e la sua utilità. Nella prassi è, infatti, invalsa la prassi di avviare progetti pilota prima di intraprendere una specifica azione o avviare un determinato programma comunitario. La fase di sperimentazione è generalmente limitata a pochi mesi e a zone ben dederminate; il passo successivo sarà quello della valutazione dei risultati conseguiti da parte della commissione. Quest'ultima può valutare positivamente l'esito del progetto e avvanzare una proposta per una sia eventuale estensione territoriale o temporale; al contrario qual'ora i risultati risultassero insuficenti il progetto viene abbandonato.
L'ecomuseo è un’istituzione culturale che opera in forma permanente, su un determinato territorio e con la partecipazione della popolazione, funzioni di ricerca, conservazione, valorizzazione di un insieme di beni naturali e culturali, rappresentativi di un ambiente e dei modi di vita che lì si sono succeduti. “Carta Internazionale degli ecomusei”
L’esperienza degli ecomusei nasce in Francia all’inizio degli anni 70, grazie all’intuizione del museologo Georges Henri Riviére, che così li descrive:
L’ecomuseo è il museo del tempo e dello spaziodi un dato territorio e si identifica come:
- un’istituzione che si occupa di studiare, conservare, valorizzare e presentare la memoria collettiva di una comunità e del territorio che la ospita, delineando linee coerenti per lo sviluppo futuro.
- il frutto del rapporto costruttivo tra una popolazione, la sua amministrazione e un’equipe pluridisciplinare di esperti
- un organismo che, pur rivolgendosi anche ad un pubblico esterno, ha come interlocutori principali gli abitanti della comunità i quali, anziché visitatori passivi, vogliono diventare fruitori attivi.
- un museo del tempo, dove le conoscenze si estendono e diramano attraverso il passato vissuto dalla comunità per giungere nel presente, con un’apertura sul futuro
- un museo dello spazio: spazi significativi dove sostare e camminare. Privilegia il linguaggio visivo diretto degli oggetti fisici e delle immagini, nel loro contesto originario e nella loro esposizione al pubblico
Diffusisi dapprima in Francia (ove esiste una federazione degli ecomusei) e in altri paesi francofoni come il Canada, sperimentati poi in molti altri paesi europei e in situazioni territoriali diverse, quali zone limitrofe o comprendenti parchi naturali, aree paleoindustriali dismesse, valli rimaste emarginate dallo sviluppo turistico di massa, si stanno affacciando sulla scena italiana solo negli ultimi anni come una delle forme più innovative nella difficile coniugazione di conservazione e sviluppo, cultura e ambiente, identità locale e turismo.
In Piemonte e in Trentino la creazione degli ecomusei è regolata da leggi specifiche. La Toscana ha istituito il più vecchio d’Italia (Montagna Pistoiese) e sta ora allargando l’esperienza anche nella Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia esistono delle normative in tal senso.
Il paesaggio è il frutto del processo di trasformazione del territorio realizzato gradualmente nel tempo dal succedersi delle popolazioni insediate, che ha reso celebri i luoghi della nostra penisola per la loro grandissima diversità e per l’inconfondibile identità culturale che ne è derivata.
Un ecomuseo del paesaggio pone al centro della propria attenzione tutto il territorio come un museo diffuso, ove rendere nuovamente leggibile e apprezzabile - in primo luogo alla sua popolazione - l’identità e la diversità del proprio paesaggio, la cultura materiale e immateriale qui radicata nei secoli, le caratteristiche e i valori che possano orientare con maggiore coerenza scelte di sviluppo sostenibile.
La proposta di progetto per l’ecomuseo del paesaggio è nata, all’interno dell’area carnica Val di Incarojo, Val Chiarsò delle malghe, l’intero gruppo montuoso che si estende dal Monte di Rivo a ovest alla cima del monte Tersadia a est è situato in posizione centrale ed isolata rispetto all’area carnica. Dalle sue vette si aprono visuali mozzafiato a 360 gradi: dagli Alti Tauri a nord fino all’Adriatico a sud, dalle Dolomiti a ovest fino alle più elevate cime delle Giulie a est. Considerato come territorio montano di grande valore ambientale, culturale e storico. Questa altresì si offre il suo contributo per:
- una cooperazione interterritoriale con altre realtà ecomuseali già presenti sul territorio nazionale;
- la fase di avvio delle ricerche per l’individuazione e la futura costituzione dell’Ecomuseo del paesaggio nella zona comune di Arta Terme complesso malghivo Valmedan-Cucco.
- la conduzione di un’esperienza mirata di individuazione e conoscenza di alcuni dei saperi connessi con la costruzione e manutenzione del paesaggio, ancora trasmissibili;
- la proposta e la sperimentazione di metodi e forme per l’apprendimento dei saperi;
- lo scambio di metodologie, esperienze e risultati con altri ecomusei presenti in regione.
- QUESTO E' UN PROGETTO CHE HA L'OBIETTIVO DI VALIDARE LA TECNOLOGIA IN UN AMBIENTE REALE, SMARCANDO ALCUNI DEI PUNTI APERTI E METTENDO LE BASI PER UNA FINALITA' CONDIVISA TRA LE MALGHE CARNICHE